lunedì 14 febbraio 2011

DEDICATO A TE

L’inizio fu l’operazione che mi fecero alle adenoidi: subito dopo riuscii a pronunciare la erre.
Subito dopo nacque mia sorella.
Subito dopo la chiamarono Mara.
Non ricordo il nostro primo incontro; mia madre racconta che entrai nella stanza d’ospedale, mentre lei allattava la piccola. Racconta che sembravo un gigante e che rimasi lì incantata ad osservare la scena e quel piccolo essere che a detta di tutti era la mia giovane sorellina.
Non ricordo nemmeno quando la portarono a casa: ci sono foto nell’album di famiglia, che mi ritraggono accanto a lei, mentre aiuto la mamma a farle il bagno.
Quel che ricordo davvero è che il 21 giugno del 1979, giorno in cui oltre all’estate, ebbe inizio anche la vita di Mara, io mi trovavo al mare con mia zia Franca. Eravamo in albergo quando giunse la notizia, stavamo pranzando ed io di tutta risposta ingoiai l’osso della pesca che stavo succhiando. Che fosse eccitazione? O desiderio di protagonismo? Di certo smettevo in quel preciso istante di essere l’unica figlia, l’unica nipote, l’unico gioiello di famiglia.
Eravamo in due da quel preciso istante, in due a dividere tutto: confezione da dodici di gelati, sei a testa, 10.000 lire di mancia dalla zia Flora “ metà par to sorella, me raccomando!”, a Natale giochi in scatola da due a sei giocatori, cocacola per due, patatine fritte per due, mamma e papà metà a testa. E c’era da impazzire quando la mamma serviva due piatti di patate e Mara aveva l’esclusiva nello scegliere il piatto più ricco! Ma ancora peggio, quando il 14 dicembre, giorno del MIO compleanno, la nonna paterna si presentava con un regalo anche per la sorellina piccola! E come tutte le bimbe normali, la cosa mi faceva incazzare. Ma poi… Passano gli anni, sorella cara, ed oggi ti vedo donna più di me, bellissima nel tuo broncio difensivo, spiritosa nelle tue battute pungenti, creativa in tutto ciò che fai, da come ti muovi e ti vesti a come lavori ai tuoi progetti. In me si esprimono troppe emozioni e piango e rido nello stesso momento, sapendo che non hai più bisogno della mia protezione, consapevole che il brutto anatroccolo è uno splendido cigno pronto a spiccare il volo. E ne sono fiera e triste. Non hai davvero più bisogno di me. E se ci penso, non ne hai mai avuto, non come io di te.
Quest'anno sorellina mia, ti dedico San valentino.

3 commenti:

  1. sono qui al lavoro davanti al mio computer che piango come una deficente! grazie amore mio ti voglio bene.

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  2. anche oggi 8 giugno 2012 sono davanti al computer che piango.pensa ti.

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  3. ANCHE OGGI..mmh inizio a preoccuparmi..

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